Cariotipo molecolare (Array CGH)

 

Una lente di ingrandimento sul cariotipo: analisi cromosomica al microscopio e un oligo array insieme per la nuova citogenetica.

Microarray genomico di nuova generazione per il cariotipo molecolare.


Aumenta la sensibilità del cariotipo convenzionale.
Analizza lo sbilanciamento del numero di copie di sequenze genomiche ad una risoluzione di molto superiore a quella possibile con le tradizionali tecniche di citogenetica su metafasi.
L’indagine fornisce, perciò, in tempi rapidi ed in maniera accurata informazioni relative ad una serie di riarrangiamenti non identificabili con le indagini cromosomiche tradizionali come regioni sindromiche associate a patologie note da microdelezione e micro duplicazione incluse quelle che coinvolgono le regioni subtelomeriche (cioè le estremità dei cromosomi, spesso sede di anomalie correlate con il ritardo mentale). PGT3™ è progettata per ridurre al minimo il riscontro di CNV, soprattutto di piccole dimensioni, che sono presenti nella popolazione generale come varianti benigne, cioè senza significato clinico, o di significato ignoto. In assenza di segni ecografici anomali o altre condizioni di aumentato rischio genetico del feto, questo fatto può ridurre il valore prognostico del test.

Easychip Agilent (Custom ChIP-on-chip/DNA Methylation, 8x15k) (15k) è una piattaforma progettata per integrare la analisi cromosomica prenatale: 1) identifica CNV lungo il genoma con risoluzione di 3-4 Mb (4-5 volte maggiore della analisi cromosomica) riducendo dal 26% al 3% le CNV senza significato clinico o di significato ignoto. 2) Analizza le regioni subtelomeriche a una maggiore risoluzione (300-500 kb) per la ricerca di eventuali sbilanciamenti criptici 3) Analizza alla risoluzione massima di 200-250 kb le microduplicazioni o delezioni nelle regioni sindromiche associate a 43 sindromi note da microdup/del.

La comunità scientifica internazionale ha ampiamente discusso sui vantaggi e limiti e anche sulla opportunità di utilizzare la tecnica a-CGH in diagnosi prenatale come primo passo in sostituzione del cariotipo (Wapner, R. J., C. L. Martin, B. Levy, B. C. Ballif, C. M. Eng, J. M. Zachary, et al. 2012. Chromosomal microarray versus karyotyping for prenatal diagnosis. N. Engl. J. Med. 367:2175–2184; Miller, D. T., M. P. Adam, S. Aradhya, L. G. Biesecker, A. R. Brothman, N. P. Carter, et al. 2010. Consensus statement: chromosomal microarray is a first-tier clinical diagnostic test for individuals with developmental disabilities or congenital anomalies. Am. J. Hum. Genet. 86:749–764) ma, viste alcune residue anomalie che solo il cariotipo può individuare, il Gruppo di Citogenetica della Società Italiana di Genetica Umana (Novelli, A., F. R. Grati, L. Ballarati, L. Bernardini, D. Bizzoco, L. Camurri, et al. 2012. Microarray application in prenatal diagnosis: a position statement from the cytogenetics working group of the Italian Society of Human Genetics (SIGU), November 2011. Ultrasound Obstet. Gynecol. 39:384–388.) ha definito uno statement integrativo delle due tecniche.